( MENDICANTE D'AMORE )Ti avevo vista una sera, tempo fa, non so dove,e da allora ansioso aspettavoLa Notte, gonfia di stelle e di profumi azzurrini,su di me illanguidiva la sua nuditàabbagliante e convulsa d'amore!Perdutamente, la Notteapriva le sue costellazionicome vene palpitanti di porpora e d'oro,e tutta la illuminante voluttà del suo sanguecolava pel vasto cieloIo stavo, ebbro, in attesa, sotto le tue finestre accese,che fiammeggiavano, sole, nello spazioImmobile, aspettavo il prodigio supremodel tuo amore e l'ineffabileelemosina del tuo sguardo!Poiché sono il mendicante affamato d'Idealeche va lungo le spiaggeimplorando baci e amore, per nutrirne il suo sogno!Con cupidigia astiosa bramavo i gioielli del cieloper abbellirne la tua nudità di reginae verso di te protendevoi miei sguardi folli, insanguinati nell'ombracome braccia scarnite di moribondo!Tutto parvemi ingigantito dall'ampiezza del sogno!Campane rantolavano nel cielocome bocche mostruose:le bocche, forse, del Destino! Campaneinvisibili e selvaggesembravano aprirsi su me, nel silenzio,come abissi capovolti!Un gran muro s'ergea davanti a me,implacabile e altero come la disperazione!Aspettavo solo
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